AMATI FANTASMI nella dimora degli attori

AMATI FANTASMI nella dimora degli attori

AMATI FANTASMI nella dimora degli attori

Giovedì 24 febbraio, ore 21, Palazzo Vecchio, P.zza della Libertà 5, Bagnacavallo
Ingresso gratuito – è gradita la prenotazione: info@labottegadellosguardo.it

Vi ricordiamo che la partecipazione è subordinata al rispetto delle vigenti norme anti-Covid.

In questo nuovo incontro ci occuperemo di quel modo particolare di Fare Memoria, che sono le testimonianze. Testimonianze che ci vengono da Casa Borelli, la casa di riposo per attori, che dal 1931 ha ospitato a Bologna centinaia di attori che hanno attraversato tutta la storia recente dello spettacolo, la prosa classica, il teatro di ricerca, quello sperimentale e di avanguardia, la rivista e l’operetta e poi il cinema, quello delle dive del muto e quello degli attori pionieri del sonoro, fino ai protagonisti del neorealismo e del cinema più recente.
A raccoglierle e proporcele è il regista Riccardo Marchesini, col suo AMATI FANTASMI nella dimora degli attori. “Amati fantasmi” si colloca di diritto nella nostra programmazione, non solo per il contenuto, ma anche per la forma particolare che il regista sceglie per intrecciare testimonianze e creare racconti: quella della docu-fiction.

La docu-fiction è un genere molto frequentato.
Com’è facile intuire dalla definizione è un modo di costruire film che unisce elementi del reale alla fantasia, che accorpa il documentario al cinema di finzione creando una modalità di racconto più appassionante ed empatica.
“Amati fantasmi” raccoglie una serie di interviste ad attori, critici, storici e personalità vicine a Casa Lyda Borelli in grado di raccontare e ricostruire da una parte la storia della Villa e delle sue evoluzioni nel tempo, dall’altra uno spaccato su quella che era la vita degli artisti in una stagione ormai remota.
Casa Borelli nacque infatti per ospitare quegli attori che erano sempre in tournée, di città in città, da spettacolo a spettacolo: le loro esistenze scivolavano da un palcoscenico a un altro.
Una vita fatta di camere d’albergo, stanze ammobiliate e di bauli che contenevano tutto ciò che era in loro possesso. Erano tanti gli attori che, facendo quella vita girovaga, quasi circense, non avendo né tempo né mezzi, arrivavano al termine della carriera senza una casa e senza una famiglia.
Da qui l’idea di una casa di riposo che potesse ospitare quegli artisti che non sapevano dove ritirarsi.

Nella docu-fiction di Riccardo Marchesini ci si immagina che tutti questi ospiti illustri della Borelli siano ancora qui, a vagare per le sale del loro ultimo domicilio terreno “bisbigliando lungo i corridoi, salmodiando un sonetto di Shakespeare, giocando con abiti di scena lisi e consumati, ripetendo la parte e chinandosi per gli applausi di un pubblico immaginario”.

La proiezione del 24 febbraio, con la possibilità di dialogare con il regista, sarà seguita da un altro appuntamento, affidato a Laura Mariani, proprio sul tema delle vite d’attori e delle testimonianze che ne sostanziano il racconto.