Claudio Longhi racconta Marisa Fabbri

Claudio Longhi racconta Marisa Fabbri

Claudio Longhi racconta Marisa Fabbri

Il racconto di una vicenda artistica esemplare, quella di una protagonista delle scene italiane del secondo Novecento, fra teatro d’arte e impegno politico

24 maggio 2018 ore 21.00
La Bottega dello Sguardo, via Farini 23, Bagnacavallo

Marisa Fabbri, protagonista delle scene italiane del secondo Novecento
Protagonista delle scene italiane del secondo Novecento, fiera sostenitrice di un teatro d’arte mai disgiunto dall’impegno politico, nel segno di Brecht, Gramsci e Lukàcs, Marisa Fabbri ha coniugato il ripensamento della tradizione del grande attore con l’adesione, mai forzata ma sincera, all’allora dominante teatro di regia. Nella sua lunghissima carriera, iniziata con feroce passione nei teatrini semi-professionali della Firenze del secondo dopo guerra, dopo la prima e determinante fascinazione ideologica per Giorgio Strehler e il Piccolo Teatro, prima esperita di sguincio e poi direttamente vissuta, è stata il più importante e intelligente alter ego artistico di Luca Ronconi. Dal successo dei Lunatici (1966) fino al Lutto si addice ad Elettra (1997) ha accompagnato la ricerca strutturalista del teatro ronconiano, elaborando una poetica e una pratica di «scrittura vivente», in cui l’analisi puntuale del verbo e dei segni si combinasse con una determinata ragione politica dell’agire in scena.

Il racconto della vicenda artistica di Marisa Fabbri significa dunque non solo confrontarsi con la storia recente dei nostri palcoscenici, dal trionfo della regia alla sua crisi, quanto anche poter riflettere sulle possibilità linguistiche del teatro e sulle sue inevitabili tangenze con il nostro vivere in comune, ossia con il nostro essere “animali politici”.